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Live report - St. Vincent & Primal Scream at Medimex, Tranto 20.06.2025

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  Anche quest’anno il Medimex si è confermato essere uno dei festival più importanti che si svolgono nel nostro Paese. Per quello che riguarda i concerti l’edizione di quest’anno si è concentrata in due serate di grande musica proposta come al solito sulla Rotonda del lungomare di Taranto. Si è partiti subito con il botto con due esibizioni intense ed esplosive che St. Vincent e Primal Scream hanno offerto al numeroso e partecipe pubblico presente, giunto nella città dei due mari da ogni parte del sud Italia. Ad aprire la serata è stata St. Vincent, al secolo Annie Erin Clark , statunitense di Tulsa, con la sua miscela quasi indefinibile di art-rock, elettronica e alternative rock, qualsiasi cosa voglia dire quest’ultima definizione. Di certo la cantautrice statunitense è una tra le più innovative e riconosciute della sua generazione, vincitrice di cinque Grammy Awards (inclusi Miglior Album Alternative, Miglior Canzone Rock e Miglior Performance Alternative nel 2025), ricono...

Recensione – Stereolab “Instant Holograms on Metal Film” (Duophonic /Warp, 2025)

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  Dopo la pubblicazione   dell’album “Not Music” avvenuta nel 2010, gli Stereolab hanno messo in pausa la loro attività per quasi tutto il decennio successivo, riunendo nuovamente la formazione nel 2019 per avviare una serie di concerti a supporto delle ristampe del loro catalogo che sono proseguite nonostante la dolorosa scomparsa della polistrumentista e vocalist australiana Mary Hansen , che insieme alla cantante francese   Laetitia Sadier costituiva il fulcro centrale di una delle band più sfuggevoli ad ogni catalogazione, che hanno caratterizzato tutti gli anni Novanta. Nonostante vennero ben presto infilati nel grande calderone del post rock, per il gruppo fondato dall’ex McCarthy Tim Gane venne coniata l’appropriata definizione di retro-avant pop band che li ha distinti e caratterizzati in tutto il loro percorso discografico. Oggi gli Stereolab tornano con un disco di canzoni nuove che fanno rivivere i fasti del passato, senza che questi sembrino demodé, grazi...

Recensione - Motorpsycho - S/t ( Det Nordenfjeldske Grammofonselskab, 2025)

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  I Motorpsycho sono una delle band più prolifiche della scena rock europea degli ultimi 35 anni, e ancora continuano a stupire con i loro dischi, sebbene non abbiano molto da aggiungere a quanto scritto in precedenza nei loro 31 album in studio, gli innumerevoli singoli ed EP, oltre a diversi album che riprendono le loro torrenziali esibizioni dal vivo, che hanno fatto del gruppo norvegese, uno dei maggiori gruppi di culto dell’epoca moderna del rock. Da un paio di anni il gruppo oramai ridotto ai soli due membri fondatori Bent Sæther e Hans Magnus ‘Snah’ Ryan , ha deciso di ritornare nell’alveo dell’auto produzione, fondando una propria etichetta discografica ( Det Nordenfjeldske Grammofonselskab ) e curando ogni aspetto del disco: dalla composizione alla scelta dei musicisti che collaborano a secondo delle esigenze, dalla registrazione alla produzione, fino alla spedizione fisica dei dischi realizzati. Non che avessero mai avuto limitazioni nelle scelte artistiche fatte n...

Recensione - The Horrors - Night Life (Fiction, 2025)

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  Dopo una lunga pausa durata 8 anni, i The Horrors tornano sul mercato discografico con un nuovo album “Night Life” pubblicato dalla Fiction, etichetta dei Cure. Un sodalizio non casuale viste le sonorità oscure presenti in questo nuovo disco. La prima saliente novità è rappresentata dall’ingresso nella band di nuovi musicisti: il batterista Jordan Cobb (Telegram) e la tastierista Millie Kidd (The Ninth Wave) chiamati a rinnovare il sound della band che ruota sempre intorno al nucleo storico composto dal frontman Faris Badwan assieme al bassista  Rhys Webb  e al chitarrista  Joshua Third. Tenendo fede al loro percorso artistico, The Horrors continuano a esplorare un nuovo territorio sonoro anche in questo nuovo album. Se l’esordio di Strange House è il figlio spudorato della subcultura punk, e il più celebrato Primary Colours , che ottenne anche una nomination al Mercury Prize, esplorava il mondo dell’alt-indie, attraverso una forte componente goth-shoegaz...

Bruce Springsteen annuncia l'uscita di Tracks II monumentale cofanetto con 7 album inediti

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  L'annuncio è arrivato a sorpresa ma farà felice le schiere di fan sparsi per il mondo, anche se l'operazione è economicamente poco sostenibile per tutti.  "TRACKS II: THE LOST ALBUMS" è composto da sette album inediti di Bruce Springsteen registrati tra il 1983 e il 2018. Con 82 nuove canzoni, The Lost Albums completa i capitoli dell'ampia traiettoria di Springsteen, offrendo al contempo una preziosa visione della sua vita e del suo lavoro come artista. Gli album perduti erano dischi completi, alcuni dei quali erano inclusi fino a quando non sono stati mixati e non sono stati pubblicati", dice Springsteen. Sono contento che finalmente abbiate l'opportunità di ascoltarli. Spero che vi piacciano". Dall'esplorazione lo-fi di LA Garage Sessions '83 , che funge da collegamento cruciale tra Nebraska e Born in the U.S.A., ai suoni di batteria e sintetizzatori di Streets of Philadelphia Sessions , The Lost Albums offre un contesto senza precede...

AVANZATE ASCOLTATE: un concerto per Paolo Benvegnù

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  12 ARTISTI uniti per ricordare il cantautore Paolo Benvegnù   Artemoltobuffa ,  Giorgio Canali ,  Estra ,  Alessandro Grazian ,  Iacampo ,  Il Peggio È Passato ,  Emanuele Lapiana ,  Liet ,  Tommaso Mantelli ,  Non Voglio Che Clara ,  Oh!  e  Superportua  si esibiranno  venerdì 16 maggio dalle ore 21  presso il  New Age Club , a Roncade (TV), per omaggiare  Paolo Benvegnù . Durante la serata, i dodici artisti si alterneranno sul palco, proponendo canzoni tratte dal repertorio del cantautore recentemente scomparso. L'evento è stato organizzato con lo scopo di donare il ricavato alla raccolta fondi aperta a sostegno della famiglia dell’artista. Gli organizzatori ringraziano apertamente  Gabriele Vian  e tutto lo staff di  Suonica  e del  New Age  per aver accolto l’iniziativa ed essersi messi a disposizione, la label  Woodworm  per la gentile concessione...

Recensione - Bob Mould - Here We Go Crazy (BMG)

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È sempre difficile spiegare perché certi artisti irrompono nelle nostre vite e non ne escono più, pur essendo distanti per estrazione culturale, paese d’origine, lingua e quant’altro. Pure se hai la fortuna di incontrarli poche volte nella vita, scambiandoci qualche parola prima o dopo un concerto, portandoti a casa un ricordo o una foto che custodirai gelosamente, continuando a comprare ogni disco che esce perché quello è il legame indissolubile che si è creato con te a loro insaputa. A me con  Bob Mould , come per tanti altri musicisti, è successo questo sin da quando acquistai il singolo degli  Hüsker Dü  con la cover di “Eight Miles High” dei Byrds , che indirizzò tutto quello che poi ascoltai nei favolosi anni 80, quando l’indie rock muoveva i suoi primi passi e allargava la mia sfera di conoscenza, allontanandola definitivamente dal classic rock. Da allora i dischi suonati sul mio giradischi o lettore cd sono stati davvero tanti, praticamente tutti quelli compost...