Recensione - Bob Mould - Here We Go Crazy (BMG)
È sempre difficile spiegare perché certi artisti irrompono nelle nostre vite e non ne escono più, pur essendo distanti per estrazione culturale, paese d’origine, lingua e quant’altro. Pure se hai la fortuna di incontrarli poche volte nella vita, scambiandoci qualche parola prima o dopo un concerto, portandoti a casa un ricordo o una foto che custodirai gelosamente, continuando a comprare ogni disco che esce perché quello è il legame indissolubile che si è creato con te a loro insaputa. A me con Bob Mould , come per tanti altri musicisti, è successo questo sin da quando acquistai il singolo degli Hüsker Dü con la cover di “Eight Miles High” dei Byrds , che indirizzò tutto quello che poi ascoltai nei favolosi anni 80, quando l’indie rock muoveva i suoi primi passi e allargava la mia sfera di conoscenza, allontanandola definitivamente dal classic rock. Da allora i dischi suonati sul mio giradischi o lettore cd sono stati davvero tanti, praticamente tutti quelli compost...