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Ride - Interplay (Wichita Recordings/PIAS, 2024)

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  Quando i Ride apparvero all’alba deli anni Ottanta fu subito chiaro che sarebbero diventati una delle band di punta della scena britannica, sebbene planassero in un agone già ricco di band che salite prepotentemente alla ribalta come i My Bloody Valentine, The Jesus & Mary Chain e The House Of Love, avevano già messo un segno indelebile su quegli anni. Ciononostante, con i primi tre EP (Ride/Fall/Play) e soprattutto con l’album “Nowhere” (1990) il quartetto di Oxford divenne uno dei nomi di punta della scena shoegaze grazie soprattutto alla capacità di sapere rivestire gli strati di chitarra con una spiccata vena pop che rappresenteranno il loro marchio di fabbrica. Sebbene riuscirono a mettere a segno un altro colpo da novanta con il secondo eccellente album “Going Blank Again” (1992) e con concerti sempre più coinvolgenti, si arenarono davanti al cosiddetto “difficile terzo album”. Infatti, i successivi album “ Carnival Of Light ” (1994) e “Tarantula” (1996) decretarono un