PLANET ROCK Vent'anni dopo
Da
oggi è disponibile sul portale www.planetrock.rai.it
lo speciale sul Rock Australiano da me curato per la trasmissione
cult di Stereorai: Planet Rock. Quella fu la mia prima esperienza in
assoluto dietro ad un microfono di una radio, che ha lasciato in me
una profonda emozione che rivive ogni qualvolta ci ripenso.
All’epoca, parliamo dei primi anni 90, ero un accanito ascoltatore
di Stereorai e di programmi come Stereodrome e Planet Rock, che hanno
svolto una parte importante nella mia formazione di appassionato di
rock’n’roll. Due trasmissioni attraverso le quali un ragazzo di
provincia come me, poteva conoscere ed ascoltare tutto quello che non
aveva a portata di mano (dischi, concerti, artisti ecc). Il bello era
che i conduttori di queste trasmissioni riuscivano a creare un clima
di familiarità con gli ascoltatori, facendoli diventare protagonisti
attraverso un messaggio in segreteria telefonica, una cartolina, un
fax una lettera. Sarà stato per il mio nome, facilmente
riconoscibile per la sua originalità, o perché ero un assiduo
rompiballe molestatore, sono ben presto diventato uno dei
“personaggi” dell’epopea di Planet Rock, tanto da venire
premiato con la possibilità di potere parlare dai microfoni di
Stereorai, della musica che più amavo: il rock australiano. Ricordo
ancora l’emozione provata nell’incontrare per la prima volta
Rupert,
Luca de
Gennaro,
Gennaro
Iannuccili
e Mixo nella stanza di Eodele
Bellisario,
in viale Mazzini, dietro la cui scrivania campeggiava la foto del
Muro che rappresentava la mia scaletta ragionata inviata a Torino in
quell’indimenticabile edizione estiva targata Basso-Campo-Mixo.
Poi il trasferimento in via Asiago,
il tunnel e gli studi da dove partivano le emozioni serali: per la
prima volta ero dentro la radio, dentro il mio programma preferito.
Con l’incoscienza dell’inesperienza e la paura di fare gaffe
clamorose, soprattutto per l’improbabile pronuncia in inglese molto
zoppicante ed una voce che non ritenevo affatto idonea ad un
monumento come Planet Rock. A queste mie perplessità ricevetti la
prima grande lezione. Non ricordò chi me la impartì se Rupert o
Mixo, ma queste parole le tengo ben presente ancora oggi:<<tu
hai delle cose da dire? Si? E allora questo è quello che devi far
uscire attraverso il microfono. Tutto il resto non conta>>.
Poi
lanciai 1970 degli Stooges senza sapere che la mia vita sarebbe
cambiata definitivamente. Sono passati quasi vent’anni da allora
(era il 1 ottobre 1993) e parlare di musica alla radio è diventato
uno dei miei lavori quotidiani, difficile spiegare quanto sia bello
parlare dietro ad un microfono. Per tutto questo devo ringraziare la
grande famiglia di Planet Rock, composta dalle splendide voci che si
sono alternate nel corso degli anni e dalle migliaia di orecchie che
le hanno ascoltate sera dopo sera, tantissime delle quali sono
diventate amicizie sincere che ancora amo coltivare. Un
ringraziamento in particolare lo voglio rivolgere a Rupert
che più di ogni altro è diventato un amico vero che continua a
riempire con regolarità la mia vita.
Salto
temporale, anno 1996. A Roma approda per la prima volta in tour Deniz
Tek dei Radio Birdman, uno dei miei miti musicali assoluti. Dopo il
concerto salgo con Paolo
Gironi
sul palco per conoscerlo e scattare la foto che vedete. Lui stava
cambiandosi e ci chiese qualche attimo di pazienza prima dello
scatto. Pensavo: vorrà rivestirsi? Ed invece lui si china ed apre la
custodia, indossando nuovamente la sua favolosa Crestwood Deluxe del
1966 appartenuta in origine a Fred "Sonic" Smith, e che ha
suonato tutte le canzoni dei Birdman. Non ringrazierò mai abbastanza
Federico Guglielmi non solo per avere scattato perfettamente la foto
in questione, ma soprattutto perché attraverso i suoi articoli, le
sue recensioni e le trasmissioni a Stereodrome e stereonotte, ha
stimolato la mia curiosità ed accresciuto il mio bagaglio culturale
non solo nell’ambito del rock australiano.
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