Giorgio Naccarato: un signore della radio




 Nel tardo pomeriggio di un uggioso 7 dicembre, vigilia dell’Immacolata ed inizio del periodo festivo natalizio, me ne stavo annoiato e disteso sul divano, a seguire eventi sportivi in tv. Alle 20.56 lo squillo dello smartphone annuncia l’entrata di un messaggio da Whatsapp che non leggo con immediatezza, ma lascio trascorrere un minuto, preso com’ero da un’azione d’attacco di una delle due squadre che si affrontavano in tv. Il messaggio che l’amico e collega Osvaldo mi inviava recitava in maniera stringata e brutalmente efficace: “Hai saputo? È morto Giorgio Naccarato”.
Una notizia che è talmente brutta da stentare a credere che sia vera. Superato il momento di smarrimento, ho cercato di saperne di più chiamando Ernesto Sirianni suo partner radiofonico negli ultimi, e oggi amico devastato dal dolore per l’improvvisa scomparsa del suo “sorcio” come amavano allegramente chiamarsi. Ci siamo fatti forza a vicenda, per quello che si può fare in momenti come questi, sopraffatti da un evento che non potevamo in nessuna maniera controllare.
Giorgio Naccarato era un signore della radio, non solo uno degli speakers migliori prodotti dalla radiofonia cosentina, ma anche un sincero cultore della musica a 360 gradi che raccontava quotidianamente dietro i microfoni delle più prestigiose radio private di Cosenza e provincia.
A differenza di molti altri io l’ho conosciuto tardi, negli ultimi anni della mia permanenza a RLB dove lui era approdato in punta di piedi, per arricchirne ulteriormente il palinsesto. Siamo entrati subito in sintonia perché lui era sempre alla ricerca di scoprire cose nuove e cercava di carpire dalle novità sghembe in ambito rock che io proponevo, qualcosa che lui poteva “addomesticare” negli orari dedicati ad un pubblico più generalista, rispetto al mio estremamente di nicchia. Ricordo come spulciava tra i miei dischi mentre ero in onda ed Ernesto preparava le sue apparecchiature per il programma che avrebbe seguito il mio e dove insieme costruivano un sodalizio che sarebbe durato nel tempo. 
Insieme in diretta da un'edizione del festival delle Serre
Spesso ci trovavamo a valutare insieme tutte le novità discografiche che arrivavano, un lavoro che lui aveva sempre svolto nelle sue esperienze precedenti, con la professionalità che gli si addiceva.
Giorgio era un signore della radio per il garbo con cui conduceva i suoi programmi dove non esistevano barriere e ci potevi trovare la hit del momento accanto ai successi sanremesi di ieri e di oggi, miscelandoli insieme ai classici del rock oppure ai raffinati pezzi soul che amava particolarmente. Parlare con Giorgio di musica era un piacere, vista la sua cultura in maniera sconfinata, ma ancora di più lo era parlare di radio, di come la si poteva plasmare e far continuare a vivere nell’epoca di internet e dei grandi network che stavano fagocitando la radiofonia locale. Ecco, Giorgio non avrebbe sfigurato affatto se fosse finito dietro al microfono di un grande network nazionale, aveva tutti i mezzi per arrivarci, ma probabilmente amava più di ogni altra cosa la realtà in cui era cresciuto.
Ricordo come fosse ieri l’entusiasmo con cui raccontava i progetti della sua Compagnia delle Alghe con cui portava in scena dei musical stupendi in cui metteva al servizio la sua passione per il canto e con cui stava preparando una versione de “Il Principe Aladin” da portare in scena nel prestigioso Teatro Rendano la prossima primavera. Cercava di portarmi sulla “retta via” nonostante conoscesse la mia idiosincrasia per il genere, ma io gli ho fatto sempre resistenza ed oggi me ne pento un bel po’.
Con Ernesto Sirianni "Il Sorcio"
Dopo che io ho lasciato per sempre RLB ed il mondo della radio, ci vedevamo di rado ma avevamo sempre in programma di fare una rimpatriata tra “colleghi” e che, per un verso o per l’altro, non siamo riusciti a fare se non il giorno del suo funerale dove ci siamo ritrovati con Antonello, Andrea, Daniele, Francesca, Lory e Tullio ancora increduli nel sapere che non lo avremmo più rivisto. Non so cosa ci riserverà il futuro, ma sarebbe bello realizzare qualcosa che ricordi Giorgio ed il segno indelebile che ha lasciato in tutti noi che abbiamo lavorato con lui e goduto della sua sincera e amorevole amicizia.

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