Recensione - bdrmm - Microtonic (Rock Action Records, 2025)
Giunto al terzo album il quartetto dei bdrmm compie un deciso passo laterale per fare evolvere la loro musica, spostando decisamente il suono shoegaze degli esordi che li ha imposti con decisione sulla scena britannica e internazionale.
Per questo Microtonic edito dalla Rock Action dei
Mogwai, la band di Hull ha spostato decisamente l’asse verso
l’elettronica in odore di dancefloor e questo passaggio potrebbe essere duro da
digerire per i fan della prima ora. E in effetti il brano d’apertura “goit”
rappresenta un bel salto rispetto al passato, con i ritmi glitch che sovrastano
rumorismi di matrice industrial, mentre la voce di Sydney Minsky-Sargeant dei
Working Men's Club intona un testo disperato pregno di rassegnazione, prima che
il finale sposti l’asse verso toni ambient che ritroveremo in altri passaggi
dell’album.
I testi sono spesso cupi e scritti come sempre da Ryan Smith
che i fase di presentazione del disco li ha spiegati parlando di come “Sembra
che passiamo ogni momento di veglia a guardare il mondo diventare un posto
sempre più difficile in cui vivere”.
Proprio la direzione presa per realizzare questo nuovo disco
ha permesso ai bdrmm di recuperare una vecchia canzone come “John on the
Ceiling” che non aveva trovato spazio sui dischi precedenti e che qui viene
rivestita di synth morbidi ed eterei che spingono l’ascoltatore verso una
dimensione del tutto diversa da ciò che lo può circondare.
Il singolo che ha lanciato l’album è molto in linea con
quanto di buono i bdrmm hanno proposto nei due dischi precedenti. “Infinity
Peaking” è forse il miglior modo per segnare un punto di passaggio dal gruppo
degli esordi a quello che guarda decisamente in avanti di oggi. Un brano
accattivante che sembra segnare un punto di congiunzione tra gli Slowdive e i
Sigur Ros catapultati in un ambito pop che fa inevitabilmente facile presa sugli
ascoltatori.
“In The Electric Field” presenta un testo in larga parte
recitato in stile spoken words dall’alto ospite presente sul disco, Olivesque, mentre
il suono presenta chitarre distorte e synth pesanti e invasivi che duettando si
alternano verso un finale in crescendo tipico del post rock dei titolari di
etichetta Mogwai.
“Clarkycat” è un brano che spinge decisamente verso i
dancefloor miscelando le costruzioni lente con strumentali ritmici incalzanti,
mentre “Sat In The Heat” suona abbastanza anonimo facendosi facilmente
ascoltare e altrettanto facilmente dimenticare.
La chiusura dell’album è affidata a due brani interessanti
come “Lake Disappointment” incalzante e ipnotica, mentre la conclusiva “The
Noose” ha u respiro più cinematografico e rappresenta un compendio ideale di
tutto Microtonic, un disco che decisamente spiazza ma che ha anche diversi
punti di contatto con quanto i bdrmm hanno saputo creare in precedenza per
conquistarsi un deciso spazio nel rock britannico di questi ultimi anni.
Pubblicato la prima volta su Freakout Magazine il 17/03/2025
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