Toni Crimine - s/t (Area Pirata/Orfan records) Recensione


Pisa ha da lungo tempo una consolidata fama musicale nel panorama italiano underground che va dai  Birdman of Alkatraz e Steeplejack, fino ad arrivare agli Zen Circus, tanto per citare solo qualche nome glorioso di ieri e di oggi. Gruppi che nel corso degli anni hanno saputo conquistarsi un seguito solido anche al di là dell’Arno. Come sempre accade in una scena capita anche che ad un certo punto emerga un nome a noi sconosciuto ma che ha incendiato un periodo ben preciso (la fine degli anni ’90), pur restando custodito tra Piazza dei Miracoli ed il glorioso Csoa Macchia Nera.
Tra questi il nome più illustre riemerge oggi grazie ad Area Pirata, tra le più attive etichette discografiche dei giorni nostri, che ha dato alle stampe il primo album di Toni Crimine che Appino degli Zen Circus, che appare come ospite nel brano “Tappeto”, ricorda così presentando il video della canzone:
 “Sul finire degli anni ‘90 a Pisa c’era una comunità di ragazzi e ragazze, musicisti, writers, pazzi, scappati di casa, dj e rappusi che orfani del Csoa Macchia Nera imperversava per la sonnolenta cittadina universitaria inventandosi luoghi e modi per comunicare, fare casino e scrollarsi di dosso la malinconia di una provincia che crea dipendenza. Fra questi c’eravamo anche noi, certo, ma non solo. I Toni Crimine di sicuro erano quelli più fuori di testa di tutti: ai concerti finiva sempre in casino totale e spesso buttavano fuori il gruppo e/o il pubblico (noi compresi) dai locali. Poi un giorno il nulla, scomparsi. Le cose della vita, succede.” 
Così dopo 15 anni di inattività o quasi ecco che viene sfornato il primo album omonimo,un disco estremamente godibile che rende finalmente giustizia a quanto un tempo era riservato solo a coloro i quali hanno goduto dei loro incendiari concerti.
Con una copertina che ammicca, neanche tanto velatamente al mitico logo dei Black Flag, Toni Crimine propone 14 brani tiratissimi dove garage, punk e rock’n’roll si fondono unendo dei testi cantati in italiano che appaiono estremamente convincenti per come sanno legare rabbia e alienazione, non disdegnando una certa dose d’ironia centellinata di tanto in tanto, perché è sempre bene anche non prendersi troppo sul serio.
Il suono è un susseguirsi di atmosfere che richiamano il rock scandinavo degli anni ’90 (Turbonegro, Hellacopeters) e americano (The New Bomb Turks, e simili) legato a tratti anche alla tradizione grunge nella sua deriva più punk che metal (Mudhoney). Ma come sempre chiunque ascolti quest’album, tutt’altro che derivativo, potrà scoprire rimandi alle band più affini al proprio sentire musicale.
Tra i brani più interessanti oltre alla già citata  “Tappeto” occorre spendere menzioni particolari per l’anthem “Pisa Brucia”, “Collezione di Vizi”, “Tocco il Fondo”, “Auto Pirata” e la conclusiva “Urlo Disperato” arricchita dal feauturing di Ico Gattai.
In definitiva un disco estremamente godibile e meritorio di attenzione.


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