Mad Dogs - "We Are Ready To Testify" (Go Down Records, 2020)


Se vi chiedessi d’indicare un a regione italiana particolarmente votata al rock’n’roll, probabilmente in pochi di voi indicherebbero le Marche. Eppure nella regione adriatica sono nati progetti di grande spessore musicale come il combat rock della Gang  dei fratelli Severini, quello totale dei magnifici e mai troppo osannati Cheap Wine dei fratelli Diamantini e per non andare troppo lontano nel tempo basta ricordare altri due nomi più (Boohoos) o meno conosciuti (Loose), che negli anni ottanta, i primi, e nei novanta i secondi, hanno dato lustro al garage di derivazione detroitiana con alterne fortune.
In quest’ultimo decennio è emerso un altro nome che ha preso in mano lo scettro dell’hi-energy rock’n’roll e mantiene alto il vessillo del proto punk in maniera assolutamente genuina: i Mad Dogs di San Severino Marche.
Benché attivi dal 2009 e dopo avere pubblicato un primo disco cantato in italiano, la band ha subito una significativa trasformazione assestandosi, dopo alcuni cambi di line-up, nel quartetto attuale composto da Marco Cipolletti (chitarra e voce), Luca Zenobi (chitarra), Simone Mosciatti (basso), Giacomo Zepponi (batteria, cori). Dopo l’ottimo Ass Shakin ‘Dirty Rollers pubblicato dalla Go Down Records nel 2017, album forse un po’ più grezzo ma capace di mostrare di che pasta sono fatti i nostri, eccoli arrivare oggi con il nuovo capitolo della loro discografia “We Are Ready To Testify” che viene pubblicato a giorni sempre dalla Go Down Records.
Registrato nel mese di giugno dello scorso anno, l’album è stato accompagnato in questi lunghi mesi dall’uscita di tre delle dieci tracce presenti sotto forma di singoli digitali, che ne hanno accresciuto l’attesa tra gli appassionati. Il disco è un concentrato di garage-rock che ha le sue solide radici nella Detroit non solo di Stooges e MC5, ma anche in quella più articolata della Sonic Rendezvous  Band, che ha attraversato i decenni successivi agli anni ’70 incarnandosi in mitiche formazioni sparse per il mondo: dalla Svezia all’Australia, passando per Stati Uniti e naturalmente Inghilterra.
“We Are Ready To Testify” parte alla grandissima con una potentissima “Leave Your Mark On What You Do” , degna dei migliori episodi scritti dagli Hellacopters che sono richiamati in tutto il disco dalle armonie vocali che si susseguono brano dopo brano. A Seguire arriva un altro brano killer come “No Regrets” che fa subito emergere le solide influenze Aussie Rock che la musica dei Mad Dogs ha nel suo Dna, complice anche la presenza della chitarra di Massimo Contigiani vecchio compagno di Zenobi nei Loose. Non si fa in tempo a riprendersi che subito dopo arriva la magnifica “Not Waiting” un brano mid tempo con echi di SRB e Hydromatics che viene seguita dalla canzone più alla Radio Birdman del lotto: “Take The Time” parte che sembra essere una cover di “Smith & Wesson Blues”, ma poi si evolve in maniera originale lasciando sottotraccia l’influenza di Deniz Tek e compagni. Dopo questo poker ad alto voltaggio si sente il bisogno di tirare un po’ il fiato e serve in scaletta una ballata defatigante. Solo che “What Do You Say?” non solo risponde a quest’esigenza ma si rivela essere forse la migliore traccia di un  disco pienamente appagante. Potrebbe bastare così, ma siamo solo al termine del lato A.
Tempo di girare il vinile ed ecco che parte “Hard Fight” altro brano manifesto dell’album che miscela tutte le influenze citate spruzzando qua e là echi degli immancabili Stones. Rispetto al lato A, la seconda parte del disco alterna brani veloci e brani dall’andamento più soft come dimostra “Ben’s Legacy” che conferma l’alta qualità del songwriting del gruppo marchigiano, tanto che su questo brano si potrebbero ripetere le parole usate in precedenza per “What Do You Say”. Poi si torna a spingere sull’acceleratore con “I Believe In R’n’R” brano che sembra uscita dalla preziosa penna di Stew Cunningham visto come miscela atmosfere che hanno richiamato alla mia mente superbe band formate dal rocker australiano come Leadfinger e Asteroid B-612. Ancora un paio di brani per avviarci a compiere il viaggio intrapreso in questo We Are Ready To Testify: la title track prova a creare un connubio che risulta neanche tanto azzardato, tra Miracle Workers e The New Christs, prima di avvolgerci e coccolarci con la conclusiva Postcard From Nowhere uno dei tre singoli, gli altri sono “Not Waiting” e “Hard Fight”, che hanno preceduto l’uscita di questo bel album che non può che riservare ampie soddisfazioni all’ascolto di chi ama le tante sonorità citate in precedenza, che non devono però trarre in inganno facendovi pensare ad un disco derivativo o poco originale, perché se le influenze sono evidenti è altrettanto vero che i Mad Dogs le sanno tenere perfettamente a bada facendo emergere la loro peculiarità., in questo splendido album.



 

 

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