No Strange - "...E Continuerò Ad Esistere" (Area Pirata/Psych Out)


 Da quando la carriera discografica dei No Strange, avviata nel lontano 1985, ha trovato una certa regolarità nelle uscite (dal 2011 ad oggi), ogni album del sodalizio artistico di Salvatore ‘Ursus’ D’Urso e Alberto Ezzu suscita un senso di spasmodica attesa tra gli aficionados della band torinese, nonché tra tutti coloro che sono mossi da sincera passione verso la psichedelia che spazia dalle influenze del folk di Canterbury sino al krautrock, inglobando dentro mille altre sfumature che rendono i No Strange un gruppo fuori dal comune.

Dopo l’ottimo “Mutter Der Erde”  (recensione quì) che potremmo forse classificare come l’album più “facilmente assimilabile” dei No Strange, c’era una certa curiosità di sentire dove sarebbe approdata la musica del gruppo, per alimentarne la linfa vitale.

“…E Continuerò ad Esistere” in un certo  senso rassicura che la formula musicale non viene stravolta in nessuna sua componente, seppure sembra riservare in ogni suo passaggio, la sensazione di ascoltare qualcosa di diverso. Come tutti i dischi precedenti anche questo impegna l’ascoltatore ad intraprendere un viaggio ricco di sfumature, partendo dalle voci sovrapposte che caratterizzano il brano d’apertura “Forse È Fuggita” che servono a rendere palese la durezza dei testi che sono l’elemento di rottura rispetto al passato.

I testi salmodiati da “Ursus” sono completati dai vocalizzi di Paola Scatena che in questo disco sono maggiormente presenti e colorano i diversi brani di sfumature oniriche che trasportano in terre lontane, così come fa l’utilizzo dei tantissimi strumenti antichi (viola di gamba, fujara slovacca, liuto medievale e saz turco) che si innestano su quelli più classicamente rock (chitarra, basso, batteria e sintetizzatori).

Il risultato finale è quello di un disco ancora una volta ben messo a fuoco ma meno immediato rispetto al passato, più ostico se approcciato nella sua interezza senza avere i giusti strumenti per decodificarne il linguaggio musicale, ma che riserva più di una scoperta positiva, ascolto dopo ascolto.






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