Il 2022 in 30 dischi (seconda parte)


 

Seconda parte dei 30 dischi per ricordare al meglio il 2022


11 – FONTAINES DC - Skinty Fia (Partisan Records)
In soli cinque anni di carriera i Fontaines DC hanno saputo imporsi all’attenzione internazionale con tre album di pregevole fattura. Dopo gli ottimi “Dogrel” e “A Hero's Death”, questo “Skinty Fia” rappresenta un deciso salto qualitativo in avanti, confermando un suono sempre riconoscibile, ma che in questo album si esprime in un mood più malinconico, meditabondo e pieno di rimpianti con testi di grande spessore ricchi di riferimenti all'identità irlandese e di riferimenti politici e culturali, che affondano nella storia.




12 – THE STRANGE FLOWERS – Crossing A Wasteland (Onde Italiane/Rubber Soul
) - Nati nell’epoca d’oro del garage revival di fine anni ‘80, The Strange Flowers hanno percorso attraverso, dischi e concerti la desolata wasteland italica aggiornando sempre la loro cifra stilistica che, partendo dalle solide radici della neo-psichedelia, ha sempre cercato strade nuove seppure affini al suono d’origine, mostrando ottime capacità di scrivere musica sempre godibile e mai derivativa. Un percorso coerente che aggiunge un altro capitolo perfettamente riuscito alla carriera del gruppo.




13 – LYDSYN – S/t (Bad Afro Records) -
Uffe Lorenzen dopo l’esperienza con Baby Woodrose, ha inciso tre album da solista prima di tornare a formare questa nuova band chiamata Lydsyn. Un classico power trio con diversi punti di contatto con i Baby Woodrose, ovviamente ben riconoscibili.  Ma la sostanziale differenza tre le due band è che nel progetto Lydsyn le atmosfere sono decisamente virate verso il classico hard rock scandinavo, in cui il trio mostra tutte le sue qualità cesellando sulla potente sezione ritmica, magnifici riffs di chitarra acidi ma che sanno essere anche melodici.




14 – WET LEG – S/t (Domino) -
Brillante disco d’esordio per questo duo al femminile, composto da Rhian Teasdale e Hester Chambers, spuntate dal nulla dell’Isola di Wight, alle quali è bastato un singolo accattivante come “Chaise Longue” per essere rivestite del classico hype che la stampa britannica, ma non solo, riserva all’ennesima “next big thing” che arriva d’oltremanica. In tutte e dodici le canzoni dell’album si possono assaporare l’intreccio di voci che rimandano ad icone come Debbie Harry e Kim Deal, le ritmiche serrate e le chitarre super catchy che catturano l’attenzione e seppure non inventino niente di nuovo, ti danno la sensazione di rilanciare in una prospettiva diversa, certi suoni resi celebri da band come Franz Ferdinand, Pavement o Arctic Monkeys. i testi ricchi di spunti taglienti, ironici ma anche ricchi di rivendicazioni femministe fanno il resto in questo disco pieno di singoli accattivanti, così come di canzoni che sanno unire sostanza ed appeal.




15 – THE CHATS – Get Fucked (Bargain Bin Records) -
Punk trasandato e senza fronzoli, questa in estrema sintesi quello che propongono gli australiani The Chats, che hanno lo stesso talento naturale dei Ramones, in grado di esprimere il loro punto di vista in 90 secondi e allo stesso tempo di proporre melodie punk a bizzeffe che non hanno nulla da invidiare a quelle del loro disco di debutto. “Get Fucked”, riprende semplicemente da dove "High Risk Behaviour" aveva lasciato. È sarcastico e diretto con brani come "Ticket Inspector" e "Emperor Of the Beach".  Si diletta con temi seri con canzoni come "Panic Attack" e "Dead On Site" che parla dei luoghi di lavoro irresponsabili e l'importanza dei sindacati, mentre "The Price of Smokes" parla della crisi del costo della vita, lanciandosi in una invettiva antigovernativa. Una conferma attesa.




16 – KING HANNAH - I’m Not Sorry, I Was Just Being Me (City Slang) –
Altro disco d’esordio sulla lunga distanza da segnalare tra le piacevoli sorprese dell’anno appena trascorso. Il duo di Liverpool mette insieme una decina di canzoni piene di oscurità e arguzia, ipnotiche ed emozionanti in egual misura, tratteggiando un suono in bilico tra lo psycho-blues dei Mazzy Star e il trip hop dei Portishead, non disdegnando di spiazzare l’ascolto con ritmi fragorosi e lancinanti o con assoli stridenti. Sebbene i riferimenti del passato siano ben evidenti, la complessità di queste canzoni risulta tuttavia molto moderna ed accattivante.




17 – BEBALONCAR – Suicide Lovers (Onde Italiane/Rubber Soul) –
L’ennesimo capitolo della brillante carriera di Scanna, al secolo Riccardo Scannapieco, sorprende per freschezza e per come sia distante dal garage rock di cui il nostro è stato brillante interprete nonché divulgatore sin dagli anni Ottanta, con tutte le variazioni sul tema che ha affrontato nei diversi progetti a cui ha dato vita. In “Suicide Lovers” si parte dallo shoegaze per arrivare al folk psichedelico, che spingono l’ascoltatore in un viaggio cupo senza tempo.




18 – Johnny Casino –
Five X Seven - The Days Of Wine & Cola (La Vila Nova Recordings/Folc Records/Beast Records/Golden Robot Records) - Pubblicato sotto forma di box che raccoglie, come suggerito dal titolo, cinque 7 pollici più un cd-r riepilogativo, questo nuovo capitolo del fondatore degli Asteroid B-612, una delle band di culto dell’Aussie-rock, vuole rappresentare un sincero omaggio ad alcuni mostri sacri del rock. Ogni 45 giri, infatti oltre ad un brano originale dell’autore, presenta sul lato b una cover di artisti del calibro di Sixto Rodriguez, Animals, Thirteen Floor Elevators, Love, Lee Hazelwood. Originali e covers che sono rilette in chiave hi-energy r’n’r per un disco che è pura adrenalina.




19 – MOTORPSYCHO - Ancient Astronauts (Stickman/Rune Grammofon)
- Nel corso della loro oramai trentennale carriera, i Motorpsycho hanno stretto in diverse occasioni, rapporti di collaborazione con diversi artisti impegnati nel campo del teatro, della danza ed ambiti affini. “Ancient Astronauts” nasce infatti per essere parte di due distinti progetti collaborativi: uno con il gruppo teatrale De Utvalgte che a causa del lockdown, voleva proporre il suo nuovo spettacolo in forma cinematografica. Il secondo progetto nato durante le registrazioni di “All Is One” (2020) consisteva nel creare le musiche per lo spettacolo di danza di Homan Sharifi e della Impure Dance Company, chiamata Sacrificing. La performance si basa sull’idea del Rito della Primavera, che era anche alla base della lunga suite N.O.X., presente proprio sul terz’ultimo album del gruppo di Trondheim, ma non ritenuta poi sufficiente a coprire tutto lo spettacolo di danza. Nel disco c’è tutto il campionario hard/prog degli ultimi Motorpsycho sul quale vengono innestate melodie ancestrali di matrice folk, tra King Crimson ed heavy-psych che fa emergere tutta la bravura dei musicisti coinvolti.




20 – THE HELLACOPTERS - Eyes Of Oblivion (Nuclear Blast/Psychout Records) –
Altro grande ritorno sulle scene è stato quello dei padrini del ”Hi-energy r’n’r” The Hellacopters. Pubblicato a quattordici anni di distanza dal precedente “Head Off”, questo nuovo album mostra una band in buona saluta che non mostraaffatto l’usura del tempo che passa e che è capace di scrivere ancora grandi canzoni basate sul suono incendiario delle chitarre.


Il 2022 in 30 dischi (prima parte)

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