Una delle
ultime uscite targate Area Pirata, riguarda il nuovo lavoro del trio bergamasco
Le Muffe, che esce a ben cinque anni dal precedente “Fuoco e Fiamme”. Un
lasso temporale che non ha scalfito l’interesse per la band capitanata da Gianluca
“Ol Pjpa” Daghetti che continua a proporre un suono classico di garage
beat, suonato quasi senza la presenza di chitarre, ma incentrato sulle linee musicali
dell’organo che conducono le danze, nei dieci brani orchestrati
insieme a Luca “Sick Boy” Togni al basso/cori e da Alberto “Bert” Capoferri
alla batteria e cori.
“Down Down Down” ripropone ancora una volta il perfetto mix tra
la ritmica serrata, a tratti quasi di derivazione hardcore, e le melodie dia
sapore retrò garage/beat sui quali vengono declamati testi a volte ironici,
altre volte di denuncia sociale e cantate in lingue diverse (italiano/inglese e
francese).
Nell’album trovano spazio i due singoli “Ragazzo Beat” e “Bogside”
usciti in precedenza con i quali il trio bergamasco ha tenuto stretti i
contatti con i suoi fans. Il primo, com’è facile intuire dal titolo, parla dell’estetica
beat, uno stile di vita che, almeno musicalmente parlando, continua a mantenere
seguaci fedeli. Il secondo, così come il brano “Andy Smith” racconta
storie da pub attraverso la routine della vita proletaria.
Nel brano che apre il disco “Giungla D’asfalto” si evidenzia il
carattere antagonista del trio che invita a non uniformarsi alla massa. Dietro
l’ironica “Rockstar” si fanno le pulci al mondo “dorato” di tutti coloro
che sono alla ricerca dei soldi facili e del successo “mediatico” visto oggi
come vero cancro della società.
I vizi dell’italiano medio vengono poi messi ancora alla berlina ne brano “Suv”
vero status-symbol della società dell’apparire e non della sostanza. Il
disco si dipana così fino alla fine cercando di mettere in evidenza come Le
Muffe siano un gruppo beat ma non solo, capace di emergere e ritagliarsi uno
spazio anche al di fuori dei confini di un genere riservato ai puri
appassionati.
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