Blonde Redhead Live Report Teatro Auditorium Unical Rende (CS) 28.03.2015
Ad essere sinceri avevo più di una remora se assistere o
meno al concerto dei Blonde Redhead al
TAU dell’Unical. Colpa delle ultime prove discografiche del trio italo-nipponico
decisamente in tono minore e troppo virate verso l’elettronica che ha snaturato
l’essenza di una band che tra il 1994 ed il 2000 aveva saputo ritagliarsi uno
spazio importante nella scena rock internazionale, a colpì di un noise-rock estremamente
efficace. Ma poi il ritorno in città dopo 14 anni dalla precedente esibizione
(Invasioni 2001) e soprattutto il coraggio mostrato da Archimedia e Cams nel
proporre un gruppo di elevata caratura culturale e “poco” sulla cresta dell’onda,
andavano premiati con il sostegno dell’acquisto del biglietto in primis, e la
presenza nel luogo migliore dove ascoltare la musica a Cosenza e dintorni.
E
come me l’hanno pensata in tanti, visto che si è sfiorato il sold out, che non
hanno voluto perdersi un concerto di grande qualità, e che sono stati ripagati
da una bellissima esibizione che, nonostante sia stata incentrata in gran parte
sui brani dell’ultimo disco (Barragàn) e ha sofferto delle non perfette condizioni
della voce di Kazu Makino, è cresciuta, brano dopo brano, mostrando tutto il valore dei Blonde Redhead. Aperto dai primi due brani dell’ultimo album (Barragàn e Lady M) il concerto ha messo subito in evidenza la magia di suoni cesellati splendidamente sulle stratificazioni elettroniche delle tastiere sulle quali si innestavano i riffs della chitarra ed i pattern di batteria dei fratelli Simone ed Amedeo Pace. Il lavoro magistrale di chi era dietro al mixer, mi scuso per non conoscerne il nome, ha dato subito un valore aggiunto alla musica, trasmettendone un calore sorprendente. Le successive “Falling Man” e “Hated Because of Great Qualities” tratte da Melody of Certain Damaged Lemons toccano al cuore i fans della prima ora, che magari avrebbero preferito uno sguardo maggiore sul passato, ma questa era l’ultima data del tour a supporto di “Barragàn” ed i brani di quel disco fanno gioco forza la parte del leone. Per questo dopo l’unico passaggio riservato all’album Penny Sparkle dal quale viene ripresa “Love or Prison” si torna all’attualità mantenendo il livello di crescita costante di un concerto che, senza troppi picchi, ha mantenuto alto il livello di tensione emotiva. Il calore delle luci, che tenevano volutamente in penombra i musicisti, e la perfezione degli intrecci vocali di Kazu e Simone, restituiti alla perfezione dalla splendida acustica del Teatro, conquistano nota dopo nota il pubblico che mostra grande entusiasmo nei rari passaggi riservati agli album Fake Can Be Just a Good, “Bipolar” e Misery is a Butterfly, “Doll is Mine” e “Melody” quest’ultima eseguita come primo brano dei bis. La resa live dei brani di Barragàn ne ha migliorato la percezione qualitativa, soprattutto in brani come “Mind to be Head” e “The One I Love” che non hanno poi sofferto molto il confronto con classici come “Spring by Summer” tratta dall’album 23.Come sempre l’incedere sensuale, soprattutto quando imbracciava il basso, di Kazu Makino, rappresenta un valore aggiunto nelle esibizioni dei Blonde Redhead che hanno saputo conquistare il pubblico attraverso un percorso musicale, oramai ventennale, che ha cambiato decisamente pelle pur restando riconoscibilissimo. Il finale dedicato alle hit “Violent Life” e “23” sono stati il suggello di una serata che verrà ricordata a lungo dai presenti e che resterà a merito degli organizzatori, cocciuti ma consapevoli che la qualità alla fine paga sempre.
SETLIST:
Barragàn
Lady M
Falling Man
Hated Because of Great Qualities
Love or Prison
Mind to be Head
No More Honey
Bipolar
Doll is Mine
The One I Love
Dripping
Spring by Summer
-----
Melody
Defeatist Anthem (Harry and I)
Violent Life
23
Commenti
Posta un commento