Il Senato - Zibaldone (Rubber Soul, 2020)
Certi dischi sono così, arrivano sul tuo giradischi alle volte un po’ per caso, altre volte per scelta consapevole o perché, come in questo caso, devono darti delle conferme a quanto promesso da un singolo di un po’ di tempo fa, acquistato più che altro perché i nomi dei musicisti coinvolti sono sinonimo di garanzia ad incontrare il favore del proprio gusto personale.
Così circa tre anni dopo il singolo di debutto, Il Senato si presenta con Zibaldone a dare un senso più compiuto all’incontro tra tre Sick Rose (Luca Re, Alberto Fratucelli e Roberto Bovolenta) il bassista e produttore, anche di questo disco, Andy Lewis (Paul Weller) e la cantante Fay Hallam, già con Prime Movers e Makin’ Time ed oggi apprezzata solista.
Il risultato, come era facilmente prevedibile, è quello di un disco particolarmente riuscito che mescola tutto il meglio delle atmosfere sixties: dal garage al northen soul, passando per il beat nella sua colorazione più italiana, mettendo insieme brani cantati in inglese e nella nostra lingua e mischiando brani originali e covers a tratti sorprendenti per la scelta (Irresistibilmente di Sylvie Vartan) ma che si incastrano benissimo nell’album proprio per tenere fede a quello Zibaldone scelto come titolo.
Il disco è aperto alla grande da uno dei migliori brani del lotto: Goodbye è un concentrato di soul psichedelico degno dei migliori Easybeats e che sembra dare le linee guida a tutto il lavoro per come ci aspetterebbe. Ma già la prima cover del lotto presente in scaletta It’s A Good Thing dei Plastic Penny rievoca atmosfere hendrixiane con il suo caratteristico riff di chitarra, dimostra che le sorprese sono dietro l’angolo come dimostra questa scelta da veri intenditori. Pure Love (nuovo singolo) è un brano molto groovy che fa irrompere l’affascinante voce di Fay Hallam nel cuore dell’album.
Un sussulto nel vecchio springsteeniano che è in me arriva nell’incipit della già citata Irresistibilmente che sembra una ripresa più lenta di Two Hearts del Boss con le note dell’organo che ricordano il refrain anche in coda al pezzo, che alla fine riempie di italianissime atmosfere pop da tardi anni ’60 il remake. La voce di Luca Re torna protagonista in Star che trasporta per un attimo il disco nei territori del Brit-pop.
Subito dopo irrompe una delle migliori canzoni del lotto: Cielo Rosa in un mondo più giusto dovrebbe spopolare nell’etere radiofonico italiota, perché ha tutti i crismi per diventare un tormentone da classifica e se fossi ancora dietro ad un microfono di una radio, sarebbe una presenza fissa nelle mie scalette.
Ma lo zibaldone de Il Senato prosegue così cambiando atmosfera di brano in brano facendosi ora energico con brani come Desert Rock (cover degli Apple) o nella stranissima Diaro Del Lutto una sorta di spoken word noir adatta ad essere inserita in un classico b-movie poliziottesco degli anni settanta.
Presente naturalmente in scaletta anche il primo singolo Un Giorno Senza Amore (cover dei Love Affair) e c’è anche spazio per atmosfere elettro acustiche come nel brano Restless Mind che serve ad aprire la strada al gran finale del disco che verte su due ottimi brani come Why Do I Still Want to See You e Whole New Reason for Happiness che non fanno che confermare come le atmosfere di Zibaldone per quanto siano una riproposizione di stili ascoltati mille altre volte nel passato, possono essere attualizzati ai giorni nostri e sembrare particolarmente freschi. Perché certi dischi sono così, arrivano un po’ inconsapevolmente sul tuo giradischi e rischiano di non uscirne per lungo tempo.
Commenti
Posta un commento