Recensione "#hashtag e ntuglie#" Teatro dell'Acquario 03.01.2015

C'era grande attesa in città per il nuovo spettacolo di Nunzio Scalercio andato in scena sabato sera al teatro dell'Acquario,  e come sempre accade per le "stand-up comedy" del popolare "webmastru", l'Acquario si è presentato gremito in ogni ordine di posti. Per essere sul pezzo Scalercio entra in scena con una  sua personale rilettura della Donna Cannone di De Gregori  con la malattia del consigliere regionale Ennio Morrone come linea guida.
Nunzio Scalercio (foto Patrizia De Maddis)

È lui, dopo Katia Gentile ed il sindaco Mario Occhiuto, il bersaglio della satira di Scalercio che lo punzecchierà in quasi tutto lo spettacolo. Il nuovo lavoro è tutto incentrato sull’anno appena trascorso che ha dato spunto per ricordare cose belle come il successo di Conzativicci e la nascita  della figlia, ma anche cose particolarmente tristi come la scomparsa del grande Totonno Chiappetta al cui ricordo sono stati destinati due momenti estremamente significativi dello spettacolo. Ma oltre ai politici calabresi è stata la rete ed i suoi linguaggi a fare da filo conduttore di questo nuovo spettacolo intitolato “#hashtag e ntuglie” nel pieno rispetto di una cifra stilistica che mette insieme la modernità del web con l’arcaicità del dialetto cosentino. Si parte guardando al mondo leggendo i titoli che i maggiori quotidiani brasiliani hanno destinato alla loro nazionale di calcio dopo il 7 a 1 patito dalla Germania. Titoli che naturalmente rimandano a precisi detti cosentini. Poi un riferimento alla chiusura del quotidiano Calabria Ora e al famoso cinghiale ferito che naturalmente è stato da tutti votato alle regionali e, in particolare,  nelle sezioni del comune  di Castrolibero, di cui ancora si aspetta di conoscerne l’esito. Ma è stato l'hanno degli #hashtag, che contraddistinguono tutti i quadri ironici dipinti con sapiente maestria da Scalercio. E chi poteva farla da padrone se non il candidato imbrattatore Leo Battaglia definito “il pitto più veloce del west” con le rivisitazioni delle foto dei muri che hanno fatto storia come il
 “the wall” dei Pink Floyd, o il muro del pianto solo per citarne qualcuno. Lo spettacolo procede con leggiadria mettendo alla berlina di volta in volta i cartelli di Giampaolo Chiappetta,
le tarantelle elettorali di Wanda Ferro, alcune pubblicità elettorali vere che sono risultate molto più ironiche dell’inventiva dell’autore, e l’uso indiscriminato e orripilante di #hashtag di Stefania Covello messa alla berlina sulle reti tv nazionali. Si ride di gusto ad ogni invenzione di Scalercio, come Il sogno dell'asilo in cui i consiglieri regionali sono trasformati in bambini, con le mamme che lasciano i figli fuori perché manca uno di loro a letto con la febbre (il famigerato Ennio), ed un altro che sta lì da quarant’anni (Pinuzzu) “sempre attaccatu a sta minna”. Non mancano i doppiaggi surreali di film famosi con Leo gladiatore, “la Grande Bellezza” e la pasta e patate ara tijeddra,  Vittorio Gassman che recita la strina e disserta su turdiddri e cuddruiriaddri. Geniale e spettacolare la rilettura della famosa scena in cui Totò e Peppino scrivono la lettera alla malafemmena, chiaramente condita da tutti i linguaggi del web:  “Veniamo con questo tweet a dirvi…#doppio#triplo # ma sì fai vedere che abbondiamo ecc.”. Tra gli ospiti della serata il cantautore  Antonello Anzani
Antonello Anzani (foto Patrizia De Maddis)
che ha dapprima presentato un nuovo brano intitolato “La Terra dei Misteri” ispirato dalla vicenda del calciatore Denis Bergamini, e poi il ricordo commosso su Totonno Chiappetta concluso con  l’annuncio della istituzione di una fondazione a lui dedicata e che porterà il nome di  “barba di rame” come l’Associazione culturale guidata dal poeta scomparso. In primavera nascerà la mediateca Totonno Chiappetta e verrà portato a compimento con successiva pubblicazione l'ultimo lavoro rimasto incompiuto. Poi si è tornati a ridere con L'aperitivista col candidato, un personaggio che fa della presenza agli aperitivi elettorali una vera e propria professione. Il restauratore Gianluca Nava è stato il secondo ospite a salire sul palco illustrando al pubblico, attraverso l’ausilio di diapositive, il lavoro che il suo laboratorio sta realizzando sui principali monumenti cittadini raccontando aneddoti e aspetti del suo lavoro aperto ai giudizi dei cittadini che diventano, con l’aiuto di Nunzio, delle vere e proprie gag comiche.
Gianluca Nava con Nunzio Scalercio (foto Patrizia De Maddis)
Poi un medley di canzoni famose di De Gregori in cui si prendono in giro ancora Leo “arrampicatu a nu spuntune, incrocio tra uomo ragno e nu cursune” sulla melodia de “la leva calcistica della classe’68”, “buonanote fiorellino” che diventa “buonanotte Cimbalino” per raccontare dello sfratto notturno  del gazebo della coltelleria di piazza Riforma. Una “Generale” dedicata ad una  vigilessa inflessibile con chi vuole parcheggiare in doppia fila,  e “Rimmel” incentrata  sulla differenza di miele sui turdiddri. Non è mancato l’”attacco” alla religione, con Manitù, Buddha. Il Dalai Lama e la Dea Kali presi simpaticamente in giro perché si credono esseri superiori, ma non per un cosentino. Guest star della serata l’attore cosentino Pasquale Anselmo che ha messo tutta la sua maestria nel recitare “La madonna del Pilerio” dando differenti caratteristiche ad ogni Santo titolare di Parrocchie cosentine, con la poliedricità della sua voce.
Pasquale Anselmo (foto Patrizia De Maddis)
Il finale dedicato ad un must degli studenti cosentini con ”U filune” che diventa una favola per bambini con il suo decalogo che si pone di dare risposte ad una grande domanda: “si allazzu chi fazzu?” e la parodia del film E.T. diventato un vero pezzo cult. Poteva chiudere così e sarebbe venuto giù il teatro con gli applausi, ma Nunzio Scalcercio ha voluto rivolgere un ultimo saluto a Totonno Chiappetta, recitando la breve poesia scritta alla notizia della morte, che parla dell’arrivo di Totonno in paradiso, regalando un lungo interminabile brivido sulla schiena ai presenti come solo i grandi sanno fare.

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