Black Pumas - “Chronicles of a Diamond" (ATO Records/PIAS, 2023)
Pubblicato su Freakout Magazine 21/11/2023
Dopo un pregevole omonimo disco d’esordio pubblicato nel 2019 che gli ha fruttato diverse nominations ai Grammy Awards e li ha catapultati ad esibirsi, seppur virtualmente, alla cerimonia d’insediamento della Presidenza di Joe Biden nel 2021, i Black Pumas tornano sulle scene con “Chronicles of a Diamond" un disco carico di aspettative rivolte alla conferma di un talento compositivo che ha dato nuova linfa al soul del secondo millennio.
Il duo di Austin, Texas, composto dal cantautore Eric
Burton e dal polistrumentista, produttore Adrian Quseada per questo
loro secondo album, hanno deciso di alzare decisamente l’asticella e
contaminare ancora di più la loro musica evitando di ripetere un cliché di
successo che avrebbe riempito i conti in banca, ma non avrebbe portato da
nessuna parte.
Per fortuna il nuovo lavoro dei Balck Pumas è un gioiello moderno di neo-soul che
incontra il rock psichedelico lavorando sugli arrangiamenti in maniera mirabile,
in modo che le canzoni d’amore di Burton vengono rivestite di sperimentazioni
musicali ricche di variazioni che spaziano dal funky, all’hip hop passando per
il rock con una disinvoltura che rasenta la perfezione. È come se il duo avesse
svolto una ricerca in profondità alle proprie influenze riuscendo a trovare un
filo conduttore che riesce a legare L'hip-hop di Atlanta, il pop estivo, il
garage-rock, il noise, l'elettronica, il suono della Motown ibridato con la
psichedelia.
Il disco si apre con un trittico di canzoni scintillanti: "More
Than A Love Song" ha tutti i pregi di un inno soul, orecchiabile e pieno
di grinta; "Ice Cream (Pay Phone)" è un vecchio brano scritto da
Burton dieci anni fa e rimasto chiuso in un cassetto prima che venisse tirato
fuori oggi per dare una consapevolezza maggiore al suo autore, su quale strada
seguire per realizzare questo album. Mentre il singolo “Mrs. Postman” riveste
l’hip hop di un’aura jazz particolarmente efficace che presto lascia spazio
alla title track, una ballata lenta che mette in risalto la gamma vocale di
Burton, mentre Queseada stende sotto un tappeto sonoro che sembra fuoriuscire
da un disco di DJ Shadow.
“Angel” è una delicata ballata semi acustica che mette in
evidenza bellissimi arrangiamenti di chitarra e delicati cori che
impreziosiscono il testo cantato. Il resto dell’album sorprende passo dopo
passo: “Hello” esalta le parti vocali mentre nei successivi brani "Sauvignon",
"Tomorrow" e "Gemini Sun" è possibile fare un viaggio nell'eccellenza
musicale del duo e nella poetica di Burton che mentre in “Tomorrow” canta "Tutto
quello che voglio fare è vedere / tutto quello che c'è da vedere / ai confini
del domani" in un crescendo che
dal soul vira verso il gospel, viene
accompagnato da una assolo di chitarra fuzz che nel finale stravolge
questa delicata ballata.
L’album si chiude con la criptica “Rock and Roll” brano incentrato su di una
linea di pianoforte ripetuta che sembra gettare le basi verso un futuro che
accrescerà ancora di più le aspettative degli ascoltatori.
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