Blonde Redhead - Sit Down For Dinner (Section1,2023)
Pubblicato su Freakout Magazine il 19/10/2023
I Blonde Redhead erano uno dei miei gruppi preferiti in quiescenza, di cui avevo perso le tracce dopo che nel lontano 2014 l’album “Barragán” aveva suscitato molte più perplessità che conferme alle mie certezze. Questi nove anni di silenzio sono stati inframmezzati dalle recenti ristampe in vinile di alcuni dei loro migliori album del passato, produzioni che hanno comunque avuto il merito di non fare cadere nell’oblio uno dei nomi più interessanti della scena indie rock emerse a metà anni Novanta, e che meglio di altri ha saputo evolvere il proprio suono di album in album.
oggi il trio newyorchese composto da Kazu Makino e dai fratelli Amedeo e Simone Pace tornano con un disco di pregevolissima fattura che rimette la loro sigla nuovamente al centro dell’attenzione. “Sit Down For Dinner” registrato nell’arco di cinque anni in maniera itinerante tra l’Italia e gli Stati Uniti, è un disco perfettamente messo a fuoco ricco di tantissime sfumature sonore che si sedimentano ascolto dopo ascolto.
Il concetto del “sedersi a tavola per la cena” può essere visto con una doppia valenza: da un lato quella tipicamente italiana dei fratelli Pace che resta un punto fermo della nostra tradizione culturale, luogo ideale per riunire la famiglia o gli amici per trascorrere costruttivamente del tempo insieme, mentre per la giapponese Kazu Makino il tema che si cela dietro al titolo del disco deriva dalla lettura i passaggio del libro L'anno del pensiero magico scritto da Joan Didion che riflette sulla sua devastante esperienza di assistere alla morte improvvisa del marito a tavola. In un passaggio in particolare del memoir della Didion si è soffermata la Makino : "La vita cambia velocemente. La vita cambia in un istante. Ti siedi a cena e la vita come la conosci finisce". Una riflessione amplificata dalla paura vissuta durante il periodo pandemico in cui la Makino ha sofferto maggiormente la lontananza con gli anziani genitori che vivono in Giappone.
Ecco allora che Sit Down For Dinner è una sorta di concept album che riflette sull’ineluttabilità della precarietà della vita raramente ti avverte prima di cambiare Non c'è nulla che ti faccia capire cosa sta per accadere, nessun campanello d'allarme che indichi che l'esistenza, così come la conosciamo, sta per essere completamente stravolta. I Blonde Redhead sono chiaramente consapevoli di come le circostanze siano in continuo mutamento e celebrano quanto la vita sia precaria ma preziosa.
Per molti versi questo album è un omaggio a questo tipo di incertezza. Anche nei momenti più dolorosi, come in "Rest of Her Life", che funge da elegia per il defunto cavallo di Makino, Harry-Blonde Redhead, l'approccio al lutto è chiaro, un'accettazione gentile che riconosce il dolore ma è in grado di dargli un senso nel grande schema delle cose. L'album è meditativo anche quando pone domande esistenziali, come in "Snowman", singolo apripista e brano ispirato alla musica brasiliana, in cui Amedeo Pace chiede: "Ti senti vivo, o cadi soltanto?". Un brano perfettamente bilanciato nelle armonie vocali di Amedeo e Kazu che s’intrecciano in maniera assolutamente convincente. La successiva "Kiss Her Kiss Her" ha il tratto riconoscibilissimo del dream-pop targato Blonde Redhead, con il suo canto evocativo che fluttua su eteree melodie. Un tratto che si ritrova anche in un’altra canzone dell’album come "I Thought You Should Know" che mette in risalto l’intimità che si crea tra la band e gli ascoltatori in queste canzoni che rappresentano il marchio di fabbrica del trio.
Anche "Before" e "If” sono canzoni abbastanza simili che sono cadenzate in un crescendo ritmico che sale pian piano ma senza mai esplodere del tutto.
È nelle tracce che danno il titolo all'album, però, che i Blonde Redhead racchiudono il significato di sedersi a cena nel modo più intimo. “Sit Down For Dinner Pt I" trova una riuscita combinazione tra suoni di sintetizzatori e percussioni tenui e accoglienti con le moderne preoccupazioni di Makino per il denaro e la solitudine. Mentre in “Sit Down For Dinner Pt II" canta "So che siete stanchi di vivere, ma morire non è così facile", mettendo in risalto quanto letto nel libro della Didion: tutte le ansie della vita moderna senza considerare che tutto potrebbe finire da un momento all'altro.
La conclusiva "Via Savona" è sorta di piccola sinfonia ambient che chiude alla perfezione un disco ispirato e riuscito in ogni suo passaggio.
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