Recensione - Swell Maps - The John Peel Sessions (Mute, 2025)
Dopo l'edizione del Record Store Day '25 del vinile rosso
rimasterizzato delle The John Peel Sessions degli Swell Maps,
il CD e la versione digitale - disponibili ufficialmente per la prima volta in
40 anni – sono stati appena pubblicati dalla Mute.
Si tratta di una pubblicazione che, oltre a mettere a fuoco
gli esordi di una band tanto di culto quanto influente, ci aiuta a ripercorrere
la strada del rock britannico dalla metà degli anni Settanta, e ci fa capire
quanto il movimento punk fosse variegato e per certi versi anche permeabile
rispetto agli imput che pervenivano non solo da oltre oceano, ma anche da altre
parti dell’Europa.
Figura centrale di tutto quello che abbiamo imparato ad
amare da quegli anni in poi, è stata quella di John Peel che rappresentò
il prototipo di divulgatore musicale radiofonico, attento a recepire e poi far
conoscere al suo pubblico, tutti i fermenti musicali che emersero dagli anni
Sessanta sino al giorno della sua morte avvenuta nel 2004. Dopo le sue prime
esperienze nelle radio americane, dove si era trasferito per gli impegni
lavorativi del padre, John Peel tornò nel 1967 in Inghilterra lavorando nella
famosa radio pirata londinese Radio London, una stazione radio
commerciale offshore che trasmetteva da una nave ancorata nel Mare del Nord, a
tre miglia e mezzo (5,6 km) al largo di Frinton-on-Sea, nell'Essex. Il suo
programma, The Perfumed Garden , che andava in onda da mezzanotte alle
due, proponeva la musica più variegata dell’epoca e quando la radio cessò le
trasmissioni in seguito all'introduzione del Marine, &c., Broadcasting
(Offences) Act 1967, che rendeva illegale fornire assistenza o supporto a tali
stazioni, salvo in caso di emergenza, John Peel venne assunto dalla BBC, dove
lavorò ininterrottamente sino, appunto, alla sua morte.
Jphn Peel divenne famoso soprattutto per le Peel Sessions,
in cui invitata i gruppi ad esibirsi per dei miniconcerti in studio, tenendo
incollati alla radio, soprattutto quegli ascoltatori troppo giovani o troppo
provinciali per andare ai concerti dal vivo. Un po’ come avvenne in Italia
negli anni Novanta con il programma Planet Rock di RadioRai. Così
avvenne per gli Swell Maps che furono chiamati ad esibirsi, da perfetti
sconosciuti, negli studi della BBC ancor prima che venisse pubblicato il loro
album d’esordio.
Gli Swell Maps si formano a Birmingham, la seconda
città più grande della Gran Bretagna, negli anni Settanta. In quegli anni la
città è un luogo poco accogliente, sconvolto dagli attentati dinamitardi
dell'IRA, caratterizzato da forti tensioni sociali e da un declino economico
senza precedenti, ma dove è già presente una scena musicale estremamente
vivace. Nella vicina Solihull crescono i fratelli Godfrey, nati a
Londra. Kevin assume il nome d'arte Epic Soundtracks, mentre il fratello
maggiore Adrian da quel momento in poi si fa chiamare Nikki Sudden. Già ai
tempi del liceo fondano gli Swell Maps, insieme a Stephen Bird, nome d'arte Jowe
Head e in seguito membro dei Television Personalities, Richard Earl (aka Biggles
Books), David Barrington (aka Phones B. Sportsman) e John Cockrill
(aka Golden Cockrill).
Sebbene ancora oggi vengano etichettati come gruppo post
punk, gli Swell Maps proponevano rock lo-fi fai-da-te, spesso registrato nel
salotto di gcasa su un registratore a cassette e fortemente influenzato
dall'avanguardia, dal garage rock e dal krautrock, non a caso Kevin, ispirato
dal batterista dei Can Jaki Liebezeit, prende il nome dal loro album “Soundtracks”.
All'epoca gli Swell erano dei nerd-punk di provincia ossessionati dalla
fantascienza, dai fumetti, dalla TV e dallo strano rock'n'roll. La loro sperimentazione
musicale fatta in casa correva parallela agli inizi del punk che sperimentava
con quasi tutti gli strumenti musicali che si potevano trovare in casa,
dall'aspirapolvere al sassofono giocattolo.
Questa loro caratteristica li impose all’attenzione del
pubblico di John Peel e mentre il loro contemporanei Buzzcocks parlavano solo
di relazioni incompiute e i Clash erano tutti ribellione sociopolitica, loro
sembravano una band che semplicemente si divertiva e quel divertimento lo
chiamava Arte.
La loro musica era rumorosa, caotica e provocatoriamente
sperimentale, e pur non raggiungendo un certo successo commerciale ai loro
tempi, furono una band di grande impatto sulla musica futura: sono stati fonte
di ispirazione per band come R.E.M., Sonic Youth, Dinosaur Jr., Stereolab e
Nirvana (Kurt Cobain è stato spesso visto indossare una maglietta degli Swell
Maps).
Agli esordi la loro etica D.I.Y. li portò a pubblicare il
primo singolo Read About Seymour per la loro etichetta Rather Records.
Il disco arriva naturalmente a John Peel, fan dichiarato dei Can e del
krautrock e fondamentalmente appassionato di tutto ciò che suona nuovo, fresco
ed emozionante e che subito invita la band per la prima delle tre sessioni su
BBC Radio 1 oggi riunite in questo disco.
La prima sessione si tiene nell'ottobre 1978. All'epoca,
questi eccentrici adolescenti delle Midlands hanno all'attivo solo un brano
reggae ad alta velocità intitolato “Read About Seymour”, ricco di echi
alla Talking Heads. Solo dopo aver registrato la seconda Peel Session nel
giugno 1979 esce il loro album di debutto “A Trip To Marineville”,
che ora fornisce metà del materiale di queste The John Peel Sessions.
Con brani punk hard rock come “h.s.art” intervallati
da strumentali ambient e altri intermezzi sperimentali come “Gunboats”,
l'album ha contraddistinto la band come innovativa. Altri brani particolarmente
significativi di quell’album e di queste Peel Sessions sono “Harmony in Your
Bathroom” e “Don't Throw Ashtrays At Me” indicative di come venivano
effettuate le loro registrazioni casalinghe sperimentali e ricche di caos
improvvisato.
Con canzoni come “International Rescue”
(l'organizzazione dei Thunderbirds) e “Helicopter Spies” (il titolo del
film del 1968 Man From UNCLE), sembravano dei teledipendenti casalinghi,
proprio come i loro fan cui non potevano poi non piacere brani come “Vertical
Slum” con le sue brevi esplosioni surreali (con il suo riferimento all'auto
che amplificava la voce di Bolan), oppure l'energia frenetica di “Another
Song”.
Anche il secondo album “Jane From Occupied Europe”,
che si è spinto ulteriormente nel territorio post-punk, è rappresentato nella
seconda parte di queste JPS con alcune canzoni, a cui si aggiungono alcune
rarità come “Bleep And Booster Come Round For Tea” e “Bandits One
Five”, che dovrebbe fare entusiasmare i fan dei The Fall. “Big Empty
Field” anticipa i Sonic Youth e conferma quella che era la mission di una
band che dimostrava la fondatezza della massima punk “tutto è possibile”.
È davvero sorprendente quanto fosse innovativa questa band
di adolescenti all'epoca, come abbia preparato il terreno su cui poco dopo sono
cresciuti con successo i Pastels e, molti anni dopo, i Pavement.
Gli Swell Maps si sciolgono nel 1982, Nikki
Sudden entrò a far parte dei Jacobites, mentre suo fratello Epic
Soundtracks entrò a far parte dei These Immortal Souls, dei Red Krayola
e dei Crime & The City Solution, prima di morire nel novembre 1997
all'età di soli 38 anni. Nikki Sudden, che con i Jacobites aveva coltivato uno
stile di vita malsano da rockstar, lo seguì nel 2006 dopo un lungo periodo di
abuso eccessivo di droghe.
La musica degli Swell Maps viene ancora oggi portata in giro
da David Barrington con la sua Phones Sportsman Band.
Pubblicato la prima volta su FreakOut Magazine il 30/09/2025

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