Recensione – The Stabbing Jabs – The Stabbing Jabs (Beast Records, 2024)

 

A metà degli anni Novanta, mentre il mondo era in balia del ciclone grunge e l’alternative rock aveva lasciato la comfort zone dei college per andare a conquistare il mainstream, nella profonda provincia americana muovevano i primi passi una serie di gruppi che scavando nelle radici del blues, lo destrutturavano in chiave noise, unendola quasi sempre con la componente proto-punk imparata a memoria sui dischi di Stooges e MC5.

Attraverso labels indipendenti come In The Red, Sympathy For The Records Industry, Crypt ed Estrus, band come Cheater Slicks e Bassholes, Jack O’Fire, Gorie e Oblians, Jon Spencer Blues Explosion e Chrome Cranks, segnarono in maniera indelebile una stagione importante per chi ha amato quel rock fatto di suoni grezzi, voci urlate, chitarre distorte.

Quasi tutte le band citate in precedenza hanno cessato l’attività a metà degli anni dieci del nuovo millennio e tra queste i Chrome Cranks di Peter Aaron che oggi ritroviamo in questo nuovo progetto nato sempre nella città natale di Cincinnati (Ohio) e che ha riunito intorno a se il fido William G. Weber (anche lui ex Chrome Cranks e GG Allin & the Murder Junkies) e Chris Donnelly (Gang Green) alle chitarre, Jamie Morrison (Motorbike, entrato nella band dopo l’incisione dell’album) al basso e Andy Jody (Barrence Whitfield & the Savages) alla batteria.

Ecco allora che dopo un periodo intenso di attività live portata avanti con il nome di Harambe’s Heroes, la formazione si presenta oggi con il nuovo moniker di The Stabbing Jabs ed un sontuoso omonimo disco d’esordio, edito dalla label francese Beast Records, che raccoglie tutte le esperienze passate e le risputa fuori come un lanciafiamme intriso di “Screams, fuzz, dirt and RIFFS” come esplicitato sulla loro pagina Bandcamp.

Bastano le prime note di “Broken Brain” per comprendere la potenza del disco. Aaron inizia ad urlare dietro al microfono mentre i suoi compagni si producono in un assalto sonoro che trascina gli Stooges a duettare con i Dead Boys. In “Bad Slime” le chitarre hanno un sentore metal core, mentre nella successiva “Drawing Girls” si nota una delle poche linee di congiunzione con la band del passato.

“F-Bomb” ed il singolo “Radiation Love” sono due dei brani cardine dell’album, con la seconda costruita su di un riff chitarristico che si appiccica addosso e spinge al riascolto più e più volte. “Upton Blues” è l’essenza del passato che riaffiora prepotente spingendo il classico del genere nelle lande desolate e melmose in cui sopravvivono le anime dannate.  “Bone and Breast” e “little Lamb” mettono ancor di più in evidenza che il riferimento principale di questo disco sono i riffs costruiti da Ron Asheton per i dischi degli Stooges, mentre l’anima punk viene esplicitata nelle due cover presenti sull’album, pescate da oscure band di Cincinnati: “Little in Doubt” (The Verbs) è ramonesiana fino al midollo, mentre “Goo-Goo Wah-Wah di Denis The Menace è molto più accelerata rispetto all’originale con la voce cavernosa di Aaron ne esalta il carattere.

Il gran finale è affidato a “You’re A Drag” il brano che meglio di ogni altro definisce i contorni di questa band che si produce in un assalto di fangoso noise con la solidità ritmica espressa in chiave lo-fi (concentratevi sulla batteria) mentre le due chitarre di Donnelly e Weber procedono all’unisono senza che l’una si sovrapponga all’altra per arrivare a creare un perfetto wall of sound che promette bene per il futuro.  

In definitiva The Stabbing Jabs è un magnifico disco d’esordio per una band che ha un glorioso passato alle spalle, e che segnerà di certo in positivo, questo 2024 e quel rock suonato con le chitarre che non ha nessuna intenzione di morire.

Pubblicato la prima volta su Freak Out Magazine  il 19 giugno 2024



 

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