Recensione - Motorpsycho - Neigh! (Det Nordenfjeldske Grammofonselskab, 2024)
Si può parlare di un nuovo avvio di carriera per un gruppo che è sulle scene da 35 anni durante i quali ha pubblicato ben 40 album più una interminabile serie di singoli, EP, che hanno alimentato il mito dei Motorpsycho? In un certo senso la risposta è affermativa visto che Bent Saether e Hans ‘Snah’ Ryan, rimasti nuovamente in duo dopo l’ennesimo addio di un batterista, e conclusi i rapporti discografici con le storiche labels Rune Grammophone e Stickman, hanno deciso di ripartire fondando una propria etichella discografica dal nome impronunciabile (Det Nordenfjeldske Grammofonselskab) ed occupandosi in toto del lavoro, dalla composizione della musica, passando per la registrazione e produzione, fino alla spedizione fisica dei dischi realizzati, come se fossero dei piccoli elfi aiutanti di Babbo Natale.
Il nuovo corso della band norvegese inaugurato lo scorso
anno con “Yay!” prosegue con un nuovo album dal titolo “Neigh!!” che,
come il precedente, recupera una serie di brani registrati nel corso degli
ultimi anni e che non si adattavano ad essere inseriti in dischi dall’anima ben
definita come “The Tower”, “The Crucible”, “The All Is One” “Kingdom of
Oblivion” e “Ancient Astronauts” pubblicati in precedenza.
Questi brani frutto di sessions durate “lunghi anni” non sembrano affatto
appartenere alla categoria degli scarti, seppure di qualità, con i quali
assemblare album in vista della chiusura
di un lungo contratto discografico, ma sono a tutti gli effetti degni di
apparire nel catalogo dei prolifici Motorpsycho.
E se le canzoni presenti in “Yay!” mettevano in risalto il lato “dolce” e
prevalentemente acustico del gruppo di Trondheim, quelle scelte per essere
inserite in “Neigh!!” sembrano avere rimesso indietro l’orologio del tempo,
riportando i Motorpsycho alle prime fasi della loro carriera sviluppatasi negli
anni Novanta.
In questo senso si possono leggere brani come “Psycholab” e “"Elysium,
Soon" che sono profondamente brani in stile Motorpsycho dell’era
alternative mischiando sapientemente suoni hard, stoner e indie rock
accompagnati da deliziose armonie vocali supportate da riffs chitarristici che
fanno subito presa sull’ascoltatore e soddisferanno i fan stanche della deriva
prog che la band aveva preso nel periodo più recente.
Il lato acustico viene ancora esplorato con la deliziosa
“Return To Sanity”, canzone che sembra avviarsi sulla scia di “All Is
Loneliness” con le sue affascinanti armonie vocali che rimandano alla fine
degli anni Sessanta e che ritornano anche verso la fine dell’album nel brano
“Revenants”.
Ma il brano cardine dell’intero disco è certamente "This
Is Your Captain" dove il marchio Motorpsycho è spinto all’ennesima
potenza, con la sula lunga progressione sostenuta dal basso ipnotico di Saether
che ripete all’infinito il tema, con poche variazioni, sulle quali ‘Snah’ Ryan
ricama i suoi solo di chitarra messi quasi in secondo piano. A fare da collante
uno cantato in falsetto poco usuale ma che risulta perfettamente coeso con il
suono del brano.
Nel disco è presente un sentito omaggio a Skip James fondatore
dei Moby Grape, del quale rileggono canzone "All My Life (I Love
You)" senza stravolgerla ma personalizzandola quel tanto che basta da
essere stata presentata anche come singolo ed inserita nelle scalette del
recente tour europeo, basate sui brani pubblicati appunto come singoli.
Altro brano degno di nota è “Crownee Says” una canzone
capace di creare una sorta di crossover tra space rock e atmosfere glam che
lascia infine spazio al delicato strumentale “Condor” che chiude in maniera
lieve un disco certamente non memorabile, ma che si lascia ascoltare piacevolmente
e che dobbiamo considerare come punto di passaggio verso un futuro che ancora
non sappiamo dove porterà i Motorpsycho, gruppo che non deve dimostrare più
nulla, ma che possiamo prevedere di non dovere attendere poi molto per
scoprirlo.
Pubblicato la prima volta su Freak Out Magazine il 30 settembre 2024
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