Doe St. – s/t (Legless Records)

 Scritto per Freakout Magazine e pubblicato il 22/07/2022


Rye è una località balneare della Greater Melbourne sulla penisola di Mornington , Victoria, Australia . Si trova a circa 95 km a sud del quartiere centrale degli affari di Melbourne ed è famosa per le sue spiagge che sono molto frequentate da nuotatori, pescatori, velisti e kitesurfisti, oltre che da surfisti e appassionati di immersioni subacquee. Da qualche anno la cittadina è entrata anche nelle mappe della nuova scena australiana grazie soprattutto a gruppi come gli Stiff Richards ed alla loro etichetta discografica Legless Records, che in questi ultimi anni ha lanciato ottimi gruppi come Cutters, Jackson Reid Briggs & The heaters e Split System.
La Legless ha il suo quartier generale in Doe Street e proprio il nome della strada è stato mutuato per il moniker di questa nuova band che vede Tom Duell, dei blues rocker “BLEACH”, nelle vesti di voce principale e alla chitarra, Sharni Paris alla chitarra, alla voce e all’arpa, insieme ad Arron Mawson (Stiff Richards) al basso e Kalani Vozzo alla batteria.
Durante il periodo di inattività dovuto al lockdown pandemico, i quattro Doe St. si sono ritrovati nel quartier generale della Legless per scrivere e registrare le canzoni che appaiono in questo omonimo disco d’esordio. L’album è piuttosto breve e composto da un mix eterogeneo di brani che toccano il clima attuale del mondo, le lotte per la salute mentale e la vita sulla costa.
La cosa che risalta subito all’orecchio dell’ascoltatore è il suono jangle delle chitarre che, unito alla voce di Tom Duell, sembra una fusione di due grandi band di culto americane come i Feelies ed i Pavement. Un connubio che si palesa sin dalle prime note di “Race to 25“, brano energico che serve subito a creare il giusto feeling per entrare nell’universo sonoro del quartetto. La successiva “Ringing” mette in risalto un’altra delle peculiarità del gruppo, vale a dire uno spiccato senso melodico che richiama ancora la lezione di un grande autore come Glenn Mercier, soprattutto quella evidenziata nel progetto successivo ai Feelies, vale a dire quanto di buono realizzato con The Shins. Il singolo “Chasing The Scream” è un brano molto tirato che mette in risalto uno dei temi principali espressi nei testi delle canzoni, per nulla banali, vale a dire la voglia di non omologarsi e combattere un sistema che non alcun interesse verso il futuro. “Pandanus” è il brano più “Pavement-oriented” con ottimi ganci melodici che s’intrecciano molto bene con le chitarre che vanno in crescendo. Le successive “It’s Not Like You” e “Noble Pride” racchiudono dentro un po’ tutto quanto detto in precedenza e confermano la bontà di un disco estremamente godibile che viene chiuso da un brano più riflessivo come “What it Isn’t”, lunga ballata che sembra voler creare un ponte con il futuro che scopriremo in seguito.
In definitiva Doe St. dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il rock australiano mostra gli stessi segni di vitalità degli anni ’80 con tante band che si muovono su territori musicali molto variegati e magari meno omogenei di un tempo, ma altrettanto ricchi di qualità, peccato solo che fatte alcune importanti eccezioni, la diffusione di dischi come questi, soprattutto in Europa, non è così capillare per raggiungere un successo che sarebbe ampiamente meritato.

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