Deniz Tek Band – Freakout club, Bologna 22.01.2023

 

Scritto per Freakout Magazine e pubblicato il 24/01/2022



Messo alle spalle, almeno si spera, il lungo lockdown pandemico, i musicisti ritornano a calcare i palchi dei clubs per riprendersi quell’elemento vitale che il proporsi in concerto davanti al pubblico che, al pari degli artisti, non aspettava altro. E con loro si rimettono in moto le agenzie di booking “illuminate” come la Otis Tour che scommettono sulla buona musica per portare nuove band o artisti dalla fama consolidata, in giro per l’Italia e L’Europa.

Quello dell’agenzia bergamasca con Deniz Tek è un rapporto consolidato da anni che passa anche dalle ristampe in vinile di alcuni album pubblicati dal fondatore dei Radio Birdman, nell’ambito della sua carriera solista, attraverso l’etichetta Wild Honey portata avanti da Franz Barcella insieme al lavoro di tour manager che svolge in Otis. Ecco allora che per il suo ritorno sulle scene Deniz Tek ha scelto l’Italia per presentare l’ennesima line-up della sua band, impegnata in un lungo tour europeo a supporto del suo ultimo lavoro discografico “Long Before Day” pubblicato lo scorso anno in cd dalla Career Records negli USA e dalla Wild Honey su Lp. La nuova versione della Deniz Tek Band vede, produttore ed ingegnere del suono di “Long Before Day” Bob Brown, il chitarrista dei Fleshtones Keith Streng come nel disco nelle vesti di batterista e Anne Tek alla seconda chitarra.
La data del Freak Out Club di Bologna che abbiamo seguito, era la quarta di questo tour che ha messo in mostra una band che inizia a carburare dopo il lungo periodo di inattività e che ha regalato al numeroso pubblico presente, un ottimo concerto, per certi versi sorprendente, perché ricco di salti temporali che hanno attraversato tutta la carriera di Deniz Tek.
Il concerto parte con un classico che Peter Green scrisse per i Fleetwood Mac alla fine degli anni sessanta. “Oh Well” proposto in una chiave rispettosamente fedele all’originale, subito seguito da uno dei classici dei Radio Birdman che Tek ama proporre in concerto: “Smith & Wesson Blues”. Il rock blues è l’elemento principale di questo live visto che sarà proposto in più momenti lungo tutto il set, ma il vero motivo d’interesse, almeno per chi come il sottoscritto ha visto praticamente tutti i suoi concerti italiani, è rappresentato dal recupero di brani di diversi album del passato solista come Detroit del quale sono state proposte “Can of Soup” e “Pine Box”, oppure andando a recuperare dal lontanissimo repertorio dei Vistors, il classico “Brother John”, seguita da “Snake” dei Radio Birdman. A dire il vero un po’ strano è apparso il poco spazio riservato ai brani dell’ultimo disco “Long Before Day” del quale sono stati proposti solo la title track, insieme a “Ballad of Chief Joseph” e “Truck & Roll”, sebbene l’album contenga molte canzoni degne di nota. Ma la band si è dimostrata valida in tutte le esecuzioni, Bob Brown è un bassista solido, Keith Streng si è districato molto bene dietro i tamburi ed Anne Tek, ha svolto alla perfezione il ruolo di chitarra ritmica. La sorpresa maggiore però la riservata la cover del famosissimo tema della Pantera Rosa di Henry Mancini, ma anche il recupero di brani come “Big Accumulator” del repertorio dei Deep Reduction. Un brano ciascuno riservato anche agli album “Fast Freight” (“John Henry’s Hammer”) e “Mean Old Twister” (“Prison Mouse”), prima di chiudere il set con due anthem assoluti dei Birdman come “Breaks My Heart” e “Hand of Law” che Deniz Tek esegue praticamente sempre nei suoi concerti. Non poteva mancare e non è mancato il tributo agli Stooges omaggiati nei bis con una bella versione di “I Need Somebody” prima di chiudere in chiave surf il concerto con lo strumentale “Eddie Would Go” che apriva il disco del 2018 “Lost For Words” e l’ennesimo classico dei RB “Aloha Steve & Danno”.
L’ottima risposta del pubblico presente in sala ed il feeling creato dalla band sul palco hanno messo il sigillo ad un concerto sicuramente riuscito nonostante qualche piccola sbavatura di una band ancora in rodaggio, ma che ha mostrato una solidità fatta come sempre di musica suonata con il cuore.

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