Not Moving LTD - Love Beat (Area Pirata)

 Recensione pubblicata su FreakOut Magazine il 23/05/2022


Da quando la sigla “riveduta e corretta” dei Not Moving è riapparsa sul finire del 2019 con un EP omonimo, con soli tre brani, si è risvegliato l’interesse verso uno dei nomi che ha scritto la storia del rock prodotto in Italia nel decennio compreso tra il 1982 (anno degli esordi in trio) ed il 1992 quando insanabili dissidi artistici, posero fine a quella che meglio di qualunque altra aveva saputo trovare una sintesi perfetta tra il suono punk/blues di Cramps e Gun Club,passando per gli X e arricchendolo di sfumature dark vicine a Siouxie & The Banshees, ma ricchissimo di un’originalità che mai ha messo sul piatto la parvenza di un qualcosa di derivativo.
Oggi Lilith (Rita Oberti), Tony (Antonio Bacciocchi) e Dome La Muerte (Domenico Petrosino), (da qui il suffisso LTD) insieme a Iride Volpi che suona la seconda chitarra, tornano seriamente sulla scena discografica con “Love Beat”: un album maturo che può lasciare stupefatti solo coloro che in questi anni non hanno seguito i loro progetti musicali firmati come Lilith & The Sinnersaints (Tony e Lilith) e Dome la Muerte & The Diggers (dove milita anche Iride Volpi).
Sebbene i tre superstiti della storica line up dei Not Moving, non componevano e registravano insieme dai tempi di “Flash On You” (Electric Eye Records, 1988), in questo nuovo disco non fanno che attualizzare il loro amore per il rock’n’roll, all’età della maturità, sottraendo il furore punk espresso in gioventù, a favore di un suono “roots” che guarda al blues con passione e riverenza regalandoci nove brani (otto originali più la cover di “Primitive” dei Groupies, riportata in auge proprio dai Cramps nell’album “Psychedelic Jungle”) che sono espressione di alta qualità compositiva.
Si parte alla grande con “Deep Eyes” un brano dal sapore rollingstoniano, dove la profonda voce di Lilith viene sapientemente doppiata da quelle di Iride e Dome che rendono il brano assolutamente accattivante con un significativo appeal radiofonico. I brani successivi “Goin’ For A Ride” e “Down She Goes” iniziano da subito a spostare l’asse verso il blues profondo sebbene il lavoro sulle chitarre di Dome & Iride lo mantengano ancora in una brillante via di mezzo, vicina agli X di John Doe e Exene Cervenka.
“Dirty Time” accelera i ritmi evocando l’ispirazione di Iggy Pop, con un refrain che richiama alla mente “Lust For Life”.
Il suono e le atmosfere dell’album diventano più profonde con La title track “Love Beat” che rimanda ai Gun Club non solo per l’assonanza del titolo con la celebre “Sex Beat” di Jeffrey Lee Pierce, spingendo poi con la cover di “Primitive” l’anima dell’album verso il blues del Delta.
“Don’t Give Up” ammanta di oscurità il beat preciso generato dalla batteria di Bacciocchi e spinge nella palude fangosa dove emerge la splendida “Rubbish Land” che sarebbe stato perfetto nel canzoniere del compianto Mark Lanegan.
Per il finale i Not Moving LTD piazzano la delicata “Red Line”, una sorte di reprise di “Goin’ For A Ride”, nella quale Lilith mette in mostra una voce profonda quanto quella del suo idolo Marianne Faithfull, per chiudere al meglio il disco.
Un disco che possiamo salutare con grande soddisfazione non solo per il ritorno sulle scene di una sigla storica del rock prodotto in Italia, quanto per il suo sapersi fare altro non cercando un passato di gioventù che non può ritornare, quanto per mostrarsi artisti maturi sui quali, da appassionati, potremo sempre contare.

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