Morlocks – Easy Listening For Underachiever/Play Chess (GoDown records/Improved Sequence)

 Scritto per Freakout Magazine e pubblicato il 03/04/2023




Quando negli oramai lontani anni ottanta, il rock meno mainstream si differenziava in mille rivoli differenti tanto diversi quanto egualmente eccitanti, nonostante la non facile reperibilità di dischi e notizie, rendeva estremamente godibile la scoperta di “scene” ricche di tesori da cercare e fare propri. Dall’Hardcore-Punk, al Paisley Underground, dall’Aussie-Rock al Garage revival passando per New-Wave e Post-Punk, era tutto un fiorire di band e dischi di assoluto valore, ma che molto spesso restavano celati nell’ombra. E se non si fosse avuto fiuto e capacità di sapere cogliere i giusti suggerimenti che venivano dalle riviste musicali, avrebbero rischiato di essere perduti per sempre.
In particolar modo la scena Garage era permeata di personaggi tanto carismatici quanto perfetti born losers capaci di tirare fuori piccoli capolavori per poi perdersi nel giro di pochissimo tempo nei meandri dell’autodistruzione tipiche dell’epoca, dove gli eccessi portavano nomi e band ad affermarsi e sparire in men che non si dica.
Emblematica in questo senso è la figura di Leighton Koizumi che insieme all’amico Ted Friedman forma i Graveddigger V che pubblicheranno un solo album (“All Black And Hairy”) per la Voxx di Greg Shaw, per poi confluire nei Morlocks e nel giro di poche settimane dare vita ad uno dei dischi più epocali del garage-rock dell’epoca.
Composto da cinque oscure cover e tre pezzi originali scritte insieme a Jeffrey Lucas, “Emerge” è un disco sporco, ruvido, feroce ed assordante che mette in risalto la figura carismatica di Leighton e compagni, segnando un caposaldo dell’epoca.
Mentre la scena esplode e si ramifica in ogni parte del mondo, The Morlocks continuano a vivere di eccessi e dissidi interni che producono un’energia quasi incontrollabile che viene cristallizzata in un album registrato dal vivo che rappresenta il capolavoro assoluto della band. “Submerged Alive” (Epitaph) mette in risalto l’essenza della band che si mostra nella sua essenza più vera registrando quello che potremmo definire il Metallic KO della scena garage.
A quel punto di Koizumi si perdono le tracce e viene addirittura dato per morto, alimentando una leggenda non veritiera dato che il nostro trascorreva un periodo di “ospitalità” nelle patrie galere statunitensi, mentre i suoi compagni incidevano altri due album durante gli anni Novanta.
Dall’oblio lo salva un musicista italiano, Tito Fabio Marcozzi, che lo invita a cantare nella sua formazione con i Brainsuckers, che ha preparato un repertorio fatto di cover dei Morlocks e che necessitano di essere cantate solo da uno dei più carismatici cantanti punk esistenti. Dopo l’uscita di “When The Night Falls” (Ammonia Records, 2003) Leighton Koizumi torna nella sua città natale San Diego e riforma i Morlocks con Bobby Bones (Fleash Eaters) e Lenny Pos alle chitarre, Nick Jodoin al basso e Mark Aldon alla batteria, registrando nel 2006 “Easy Listening For The Underarchiever” che verrà pubblicato due anni dopo dalla Go Down Records sia in versione cd che Lp, andate ben presto esaurite. L’album, che oggi viene ristampato nuovamente dalla label italiana in due diverse versioni in vinile, riannoda i fili con la storia primigenia della band e mettendo in fila nove brani che danno vita al disco più popolare della formazione. L’amore per il garage emerge in tutta la sua veemenza in brani come “Dirty Red”, “You Burn Me Out” o “Cat (On A Hot Thin Groove)”, così come nel classico dei Flamin’ Groovie “Teenage Head”, mentre dal catartico “Submerge Alive” vengono riprese il blues “Get Out Of My Life Woman” e lo splendido mid tempo “My Friend The Bird”. Accanto ad esse troviamo ancora lo stomp-rock di “Sex Panther” ed un feroce brano proto-hard “TillThe Wheels Fall Off” che rende pieno merito ad un disco che non ha perso lo smalto del tempo trascorso.

L’altra ristampa che Go Down e Improved Sequence pubblicheranno a fine aprile riguarda 
“The Morlocks Play Chess” disco pubblicato in origine il 2010 dalla Fargo Records è come si evince dal titolo, un sentito omaggio all’etichetta di Chicago che ha scritto pagina di storia del blues, pubblicando i dischi di  artisti del calibro di Bo Diddley, Little Walter, Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Etta James e Chuck Berry.
Le dodici riletture di classici del catalogo Chess vengono affrontate con il classico stile di The Morlocks che riescono ad esprimersi al meglio nelle versioni enormi di pezzi come “I’m a Man” oppure quando destrutturano il blues per trascinarlo nell’alveo garage, come fanno con brani come “Help Me” e “Killing Floor”.
Non mancano nemmeno grandi classici come “Who Do You Love” e “Boom Boom” che vengono rivisitate senza troppa personalizzazione, mentre “Promised Land” e “Back In The USA” sembrano uscire dal catalogo dei Ramones.
Avvicinarsi a queste due preziose ristampe è un ottimo viatico non solo per innamorarsi di una band immensa come i Morlocks, e magari andare a scoprire anche i loro preziosissimi album di metà anni Ottanta, ma anche per riassaporare il suono del più selvaggio e sexy rock’n’roll.

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