Pavement – Terror Twilight: Farewell Horizontal (Matador)
Scritto per Freakout Magazine e pubblicato il 21/06/2022
La reunion dei Pavement, in pieno svolgimento in questo periodo con tanti acclamati concerti nei festival europei, è stata preceduta dalla ristampa del loro ultimo album, oggi ribattezzato in questa versione estesa Terror Twilight: Farewell Horizontal.
Le 45 tracce che raccolgono l'album originale
rimasterizzato e riordinato in linea con la sequenza proposta dal produttore Nigel
Godrich., avara di b-side (sono presenti solo quelle dell’ultimo EP, Major
Leagues, e l’inedito Be The Hook che, opportunamente riarrangiato,
sarebbe finito sull’omonimo disco di Malkmus), insieme a demo casalinghi,
nastri di prova, registrazioni live dell'epoca e persino le tracce grezze di
una sessione dei Pavement nello studio Echo Canyon dei Sonic Youth, non
aggiungono molto a quello che senza ombra di dubbio può essere catalogato alla
voce “meno riuscito”, ma che risulterà appetibile per i fan più incalliti visto
che, complessivamente, il disco contiene 28 brani inediti.
Infausto sin dal titolo “Terror Twilight”
- quella pericolosa finestra tra il tramonto e l'imbrunire in cui solo la metà
delle auto ha i fari accesi e gli incidenti stradali sono frequenti – l’album
risente pesantemente del clima d’odio che si respirava all’epoca delle
registrazioni, che hanno tramandato, oltre ad un pugno di buone canzoni, molti
aneddoti sul loro leader Stephen Malkmus che trascorreva i tempi morti
nascondendosi sotto il cappotto, rifiutandosi di coinvolgere i suoi compagni di
band, oppure sprecava tempo prezioso in studio giocando a Scarabeo.
A quesa vulgata va ad aggiungersi la disputa sull'ordine delle tracce, il
rifiuto di Malkmus di includere le canzoni di Scott Kannenberg e la
frase iniziale di "Ann Don't Cry" ", che sebbene
tratti della fine di una storia d’amore, è stata letta come rivolta ai compagni
della band: "Il danno è stato fatto / non mi sto più divertendo
Riascoltato oggi Twilight mantiene la sua coerenza.
Le canzoni sono divise in tre categorie: brani hard rock, "brani
standard e mosci che possiamo fare nel sonno e che suonano bene", e
canzoni pop, come rivelato in un'intervista a The Quietus. La tracklist
rivisitata si apre con "Platform Blues", un'ammuffita melodia hard
rock, e si conclude con l'incantevole ninna nanna pop "Spit on a
Stranger”
Terror Twilight
conosce già bene le critiche., che continua a perdere il confronto con i lavori
precedenti dei Pavement, è che vanno in parte attribuite alla produzione
aerodinamica di Nigel Godrich Sebbene Farewell Horizontal non sia in grado di
placare questa lamentela, il suo ampio elenco di brani contestualizza le 11
canzoni che sono state selezionate inizialmente e fa già comprendere quelle che
saranno le linee guida della nascente carriera solista di Malkmus.
In "Folk Jam Moog (SM Demo)"
Malkmus asseconda le sue inclinazioni krautrock ed elettroniche - pienamente
realizzate in Groove Denied del 2020 - con un tripudio di squassanti
giochi di synth che non assomiglia molto alla traccia finale. "The
Porpoise and the Hand Grenade", spumeggiante e non rifinita, anticipa
brani solisti come "Phantasies".
Tra le macerie si trova anche un'infarinatura di
canzoni scritte da Kannenberg, il serio contrappeso alla misantropia di
Malkmus, e generatore di affidabili pepite pop-rock. Una di queste, "Stub
Your Toe", apparsa per la prima volta sull'EP Major Leagues, è una risposta
al verso citato di "Ann Don't Cry": "Ora che è finita, cosa
farai? / Dopo che tutti i momenti divertenti sono finiti".
Terror Twilight è tornato d’attualità perché, una
parte dei fan ha chiesto - e ottenuto - che l'album, che non ha avuto successo,
ricevesse lo stesso trattamento di ristampa riservato ai suoi predecessori a
metà degli anni Duemila.
Può darsi che per questa ristampa si tratti di un
tentativo di far lievitare le vendite dei biglietti dei concerti, anche se
difficile da credere in pieno, Farewell Horizontal soddisferà coloro che
vogliono ascoltare sei versioni diverse di "You Are a Light". Un
disco fattp per coloro che capiscono che anche dopo che il danno è stato fatto
e gli anni Novanta hanno raggiunto il loro epilogo, i Pavement possono ancora proporre
un suono che possa rinverdire quei fasti.
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